Come ricorderete dalla settimana scorsa, nel “Padiglione dei 1000 tatami” o Senjōkaku nella città di Mijajima si trova un pannello di legno con la raffigurazione di una partita di go. Qual è la sua storia? Di che partita si tratta? Per lungo tempo ho cercato di trovare informazioni a riguardo, ma inutilmente.
Soltanto di recente ho trovato un articolo in questo blog che ha fatto luce sul mistero, ma andiamo con ordine.
Nel 1587 il monaco e diplomatico Ankokuji Ekei ebbe l’ordine da Toyotomi Hideyoshi di costruire il Senjōkaku per ospitarvi una grande raccolta di sutra (testi sacri buddisti) da far cantare ai monaci in onore dei caduti in battaglia. Alla morte di Hideyoshi avvenuta 11 anni dopo la costruzione però si interruppe.
Invece del giovane erede di Hideyoshi, al potere salì infatti Ieyasu Tokugawa, e per questo motivo il Senjōkaku voluto da Hideyoshi rimase in una condizione di incompletezza, mancando delle pareti laterali e di parte della pannellatura del soffitto.
All’inizio del Periodo Meiji, per via della separazione tra buddismo e shintoismo voluta dal governo, la statua votiva del Buddha seduto presente in origine nel padiglione fu trasferita al vicino tempio Daiganji, mentre il Senjōkaku venne consacrato come tempio subordinato al santuario di Itsukushima alla memoria di Toyotomi Hideyoshi e di Katō Kiyomasa, e nominato Santuario Hokoku.
All’interno del padiglione sono appese molte tavole votive, in giapponese ema (絵馬), e molte raffigurano cavalli (letteralmente il termine significa ‘pittura equestre’) che in origine erano veramente donati in offerta al tempio.
Ma veniamo alla misteriosa ema raffigurante un goban con una partita in corso.
La tavola fu donata al tempio da giocatori di go dell’era Meiji (quindi relativamente recente) e la partita rappresentata è il celeberrimo “blood vomiting game” che potremmo tradurre in italiano con “la partita che fece sputare sangue”, disputata tra Honinbo Jowa e Akaboshi Intetsu il 27 giugno del 1835.
Forse non tutti i giocatori moderni lo sanno, ma ai tempi dello shogunato di Tokugawa il governo giapponese supportava quattro accademie di go , le scuole Honinbo, Hayashi, Inoue e Yasui, che erano in perenne competizione per il titolo di Godokoro (ministro del Go), che conferiva prestigio e fondi. La scuola Honinbo fu fondata per prima, e il fondatore Honinbo Sansa fu insignito per primo del titolo meijin (uomo brillante), il riconoscimento dato al giocatore più forte del momento. Oda Nobunaga in persona commentò una mossa di Sansa esclamando “meijin!” e da quel momento il termine fu usato per indicare il giocatore più forte.
La partita che ci interessa fu l’epilogo di una disputa per il titolo di Meijin tra il detentore Honinbo Jowa e il suo rivale della scuola Inoue, Genan Inseki. Non riuscendo a combattere direttamente dopo accuse e polemiche, Genan fece sfidare Jowa dal suo migliore allievo, Akaboshi Intetsu, sperando di riportare il titolo di meijin alla scuola Inoue. Per assicurarsi la vittoria, Genan Inseki studiò una mossa segreta (una variante del complicatissimo taisha joseki) che inizialmente portò in vantaggio l’allievo Akaboshi.
La leggenda vuole però che a Honinbo Jowa fossero suggerite ben tre mosse vincenti da… dei fantasmi! (ricorda niente?) che gli consentirono di recuperare lo svantaggio e di vincere per abbandono. La partita durò quattro giorni di seguito, e al termine Akaboshi sputò sangue (secondo alcuni immediatamente sul goban, secondo altri poco tempo dopo) e in pochi mesi morì. E’ opinione comune che fosse già ammalato da tempo, ma lo sforzo della partita potrebbe aver causato un peggioramento fatale.
Per ora termino qui, ma la storia prosegue: nella prossima puntata vedremo che questa tavola misteriosa ha ancora molto da raccontare, e spunteranno nomi molto famosi!