Incontro settimanale – mercoledì 4 maggio!

Con maggiore anticipo rispetto al solito segnalo a tutti gli interessati che l’incontro settimanale per la prossima settimana è stato fissato per mercoledì 4 maggio a Reggio Emilia. Come sempre ci si ritrova presso il bar Florida, in via Samoggia 12.

Come sempre è gradito un cenno di conferma della vostra presenza, basta un semplice commento a questo post.

Partecipate numerosi! Sorriso

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Incontro settimanale

Questa settimana l’appuntamento è per giovedì 28 aprile alle 21 presso il Pub Stonewall a Fiorano Modenese, in via del Santuario 3. Come sempre è gradito un cenno di conferma della vostra presenza, basta un semplice commento a questo post.

Mi piacerebbe vedere un club al gran completo, vecchia guardia e nuove leve (capito Alessandro, Marco, Stefano e Dario? Occhiolino )… Partecipate numerosi!

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Incontro settimanale

Questa settimana l’appuntamento è per giovedì 21 aprile alle ore 21, presso il bar Florida a Reggio Emilia in via Samoggia 12. Come sempre è gradito un cenno di conferma della vostra presenza, basta un semplice commento a questo post. Tortellini vecchi e nuovi, unitevi! Partecipate numerosi! Sorriso

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foto dell’ Incontro di ieri sera

stone_01Grande serata di Go ieri sera al pub di Fiorano, con due nuovi amici che ci hanno raggiunto per conoscere meglio questo fantastico gioco. Dopo la “new entry” di Marco già aggregatosi la volta scorsa, anche Stefano e Dario  hanno voluto essere dei nostri dopo averci conosciuto alla fiera del gioco ‘Play’.

Le pietre hanno risuonato sui goban fino a tarda ora, mentre l’atmosfera rilassata e gradevole del pub faceva da contorno. E’ stata davvero una bella serata, parlo a nome di tutti i membri del club (anche gli assenti di ieri) nel dare il benvenuto ai nuovi… tortellini!stone_02

In un raro lampo di preveggenza ieri sera mi ero portato appresso la macchina fotografica, ecco un paio di scatti per gradire, ne ho comunque una decina che confido di mettere online nel nostro album quanto prima (Giank, se mi senti batti un colpo! Occhiolino)

Grazie a tutti per la splendida serata e restate sintonizzati sul blog per il prossimo appuntamento!

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Documentario

Cercando cose interessanti sul go su Youtube, mi sono imbattuto in questo bellissimo documentario sulle pietre Hamaguri (quell di conchiglia) fatto dalla cittadina di Hyuga (il centro di produzione tradizionale).

Ovviamente è in giapponese, ma vi consiglio di guardarlo ugualmente, è davvero interessante e ben realizzato.

qui trovate i link per le parti 2 e 3:

seconda parte

terza parte

Nei progetti a lungo termine ho in programma di sottotitolarlo, ma non contateci a breve 😉

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Incontro settimanale

Questa settimana l’appuntamento è per giovedì 14 aprile alle 21 presso il Pub Stonewall di Fiorano Modenese, in via del Santuario 3. Come sempre è gradito un cenno di conferma della vostra presenza, basta un semplice commento a questo post.

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Incontro settimanale

Questa settimana l’appuntamento è per giovedì 7 aprile alle 21, presso il bar Florida a Reggio Emilia in via Samoggia 12. Come sempre è gradito un cenno di conferma della vostra presenza, basta un semplice commento a questo post.

Ricordiamo a tutti coloro che ci hanno conosciuto in fiera e che volessero giocare assieme, che la nostra ‘porta’ è sempre aperta, siete i benvenuti ai nostri incontri!

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Il goban, questo sconosciuto

Dopo un certo peregrinare su web alla ricerca di informazioni, mi sono accorto che c’è un po’ di confusione in giro riguardo alla classificazione dei goban di pregio, e ho deciso di fare una piccola dissertazione in proposito che spero troverete interessante.

Anzitutto parliamo del materiale: i goban migliori sono ovviamente in legno di Kaya, nome scientifico Torreya Nucifera, una conifera orientale che da noi non è diffusa (se non forse in qualche giardino botanico).

A sua volta si distingue in Hyūga-Kaya per tutti i pezzi che provengono dalla provincia di Miyazaki (il cui nome anticamente era appunto Hyūga), Taisho-Kaya per legname proveniente dalla prefettura di Kōchi e Honshū-Kaya per alberi provenienti dall’isola maggiore del Giappone. Lo Hyūga-Kaya è il più pregiato, ha una tonalità giallina e una venatura fine molto apprezzate (ma ovviamente costa di più).

A volte si usa il termine generico Hon-Kaya per tutti i legni di autentico Kaya ma senza volerne indicare un’area di provenienza specifica.

Legni usati per goban di minor pregio sono il Katsura (Cercidiphyllum japonicum), lo Hiba (Thujopsis dolabrata) il Kauri (Agathis) lo Shin Kaya (nome generico che accomuna diverse varietà di peccio o picea, tipicamente dalla siberia, alaska o cina), lo ichō (ginkgo biloba). Varianti ancora più economiche usano bambù o laminati di vario tipo.

Parlando ora di goban pregiati, quindi in legno di Kaya, vediamo di fare un po’ di luce sulla classificazione in base alla venatura del legno. A seconda di come viene tagliato il tronco di Kaya la venatura sul goban avrà infatti un aspetto diverso; linee uniformi e diritte (masame) sono le più apprezzate.

Vediamo una carrellata di tagli, dal più pregiato al più economico (relativamente). Le immagini rappresentano il lato frontale del goban, quello che vedreste verso le ginocchia sedendovi come per giocare.

Masame Shihōmasashihoumasa  柾目 四方柾

questo taglio è il più prestigioso di tutti, le apprezzatissime venature diritte (masame) compaiono su tutti e 4 i lati (da cui il nome: 四 shi = 4, 方 = direzione).

Per ottenere questo taglio occorre un tronco di Kaya di almeno 120 cm di diametro e quindi di una età ragguardevole. Al giorno d’oggi vista la rarità del legno di Kaya, non si costruiscono praticamente più goban shihōmasa.

Masame Tenchimasatenchimasa  柾目 天地柾

questo taglio è praticamente il più pregiato oggigiorno disponibile; le linee dritte masame corrono sia sulla superficie di gioco che sotto il goban (天 ten = cielo, 地 chi = terra).

Masame Tenmasatenmasa  柾目 天柾

questo taglio presenta le venature dritte masame solo sulla parte superiore del goban, dove si gioca. E’ da considerarsi un taglio pregiato.

 

Masame Oimasaooimasa  柾目 追柾

questo taglio presenta le linee dritte masame per la maggior parte della parte superiore del goban; una piccola parte (vicino al lato) presenta linee curve (itame).

 

Itame Kiuraitame_kiura  板目 木裏

con questo taglio si passa a goban di minor pregio (relativamente parlando) dato che abbiamo a che fare con venature curve (itame). Il taglio con la parte più vecchia del legno come superficie di gioco (Kiura) è considerato superiore a quello con il legno più giovane in superficie (Kiomote) perchè le venature sono un po’ più regolari.

Itame Kiomoteitame_kiomote  板目 木表

il taglio Kiomote per venature itame si usa solo quando la sezione col legno più vecchio presenta imperfezioni o nodi. Con questo taglio la superficie di gioco presenta il legno più giovane.

I tagli kiomote e kiura se non perfettamente stagionati potrebbero dare luogo a deformazioni del legno nel lungo periodo, mentre il tenchimasa non soffre di questo problema.

Naturalmente quanto detto vale per goban pregiati costituiti da un unico blocco di legno, ma ne esistono anche di composti da un numero variabile di pezzi incollati tra loro e levigati (anche in legno di kaya). Ovviamente il prezzo in questo caso scende parecchio.

Il problema è che è estremamente difficile reperire un blocco di legno adatto per realizzare un goban in un unico pezzo; anzitutto per le dimensioni richieste l’albero deve essere per forza secolare (per una venatura masame, almeno 300 anni), inoltre il Kaya in Giappone è una specie protetta ed è vietato abbattere alberi ancora vivi. Occorre dunque trovare piante secolari che siano morte di età, come potete immaginare non è certo una cosa semplice. Se poi aggiungiamo che le qualità più rinomate crescono in zone specifiche del Giappone, si comincia a capire il motivo di certi prezzi astronomici che si possono vedere per goban speciali.

Lo spessore del goban si misura in sun, una antica unità di misura giapponese (derivata a sua volta dal cinese cun) che equivale circa a 3 centimetri (per la precisione a 3,03).

Per ora mi fermerei qui, ho comunque in cantiere altro materiale sul processo di costruzione dei goban e sulle pietre, a breve su questo blog! Sorriso

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L’angolo del giapponese: Jōseki

Per la seconda puntata dell’Angolo del Giapponese ero un po’ a corto di idee, ma grazie ad una domanda di Jacopo ho deciso di parlare del termine Joseki. Ogni giocatore di Go prima o poi viene a conoscere questa parola, o almeno cosa si intende con essa: una giocata standard in certe situazioni particolari (tipicamente nell’angolo) già studiata da tempo. Seguendo le mosse che si considerano localmente le migliori possibili, bianco e nero dovrebbero ottenere pari profitto. Come al solito tra il dire e il fare c’è una bella differenza, infatti l’applicazione pedissequa di un joseki senza aver chiaro il perchè si fanno quelle mosse porta rapidamente nei guai quando l’avversario esce dalla sequenza e noi non sappiamo come rispondere… Ma su questo argomento lascerò parlare chi è più bravo di me, io mi limiterò ad alcune considerazioni linguistiche.

Anzitutto non si dovrebbe dire “joseki”, ma “jooseki”, con la ‘o’ lunga. A chi pensa che sia una differenza poco importante ricordo che joseki (con la ‘o’ normale) in giapponese significa “cancellazione, depennamento” (da un registro o simili) e naturalmente non c’entra nulla col Go. Seguendo la grafia col sopratratto introdotta l’ultima volta, scriveremo dunque d’ora in poi: jōseki.

Jacopo pratica Judo (o meglio: Jūdō) e mi ha detto che il “posto d’onore” in palestra si dice ‘joseki’. Ma è lo stesso joseki del Go? Dizionario alla mano, sono andato a controllare.

Anche nel caso del termine usato nel Jūdō si deve usare la ‘o’ lunga: jōseki. Si tratta dunque della stessa parola? Niente affatto.

Il mistero si dissolve quando andiamo a controllare gli ideogrammi che compongono i due termini. Nel caso ‘goistico’ sono questi:

定石 (jōseki)

mentre nella terminologia del Jūdō abbiamo il seguente:

上席 (jōseki)

Come potete vedere sono completamente diversi, anche se la loro pronuncia è identica. Vediamo i singoli ideogrammi per capire meglio il significato:

jō (altre letture: tei, sada) fisso, stabilito

seki (altre letture: ishi, shaku, koku) pietra

Da cui si ricava il significato del termine goistico: una serie di pietre giocate in modo fisso e prestabilito (dato che la sequenza è stata già studiata a fondo).

Nel caso del termine del Jūdō abbiamo invece:

jō (altre letture: shō, ue, uwa, kami, a, nobo) sopra, alto, parte superiore

seki  posto (a sedere)

da cui ricaviamo il significato di ‘posto superiore’ ovvero di ‘posto d’onore’.

Come potete vedere in giapponese esistono (moltissime) parole omofone, ovvero che si pronunciano allo stesso modo, ma che hanno significato diverso. Questo è uno dei motivi per cui i giapponesi usano ancora gli ideogrammi e non sono passati ad un sistema di scrittura completamente fonetico (basato sui suoni) come il nostro alfabeto o il loro sillabario hiragana. Infatti gli ideogrammi sono in questi casi sempre diversi e aiutano a distinguere parole che altrimenti sarebbero scritte allo stesso modo.

E con questo è tutto, spero di non aver annoiato nessuno… alla prossima puntata!

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Incontro settimanale

Per i sopravvissuti della fiera, e per tutti gli interessati, questa settimana l’incontro è fissato per giovedì 31 marzo alle 21 presso il Pub Stonewall di Fiorano Modenese, in via del Santuario 3.
Come sempre è gradito un cenno di conferma della vostra presenza, basta un semplice commento a questo post.

(Massimo): Mi permetto di aggiungere alla comunicazione di Andrea il mio ulteriore invito a partecipare alla serata rivolto a tutti coloro che ci hanno conosciuto in fiera e che vogliono approfondire la conoscenza del Go. Trovarsi a giocare assieme è il modo migliore per imparare tante cose nuove in modo divertente. Vi aspettiamo!

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